La Corea del Sud vieta il consumo di carne di cane, i Paesi in cui è ancora legale

Un passo molto importante, che si spera possa estendersi anche a quei Paesi dove la pratica crudele è ancora in atto

Nelle stanze dell’Assemblea nazionale della Corea del Sud, si è consumato un momento epocale con l’approvazione di una legge che segna una svolta nella percezione culturale e sociale del Paese. La nuova normativa vieta categoricamente l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per il consumo umano, mettendo fine a una pratica radicata nella tradizione culinaria di alcune comunità.

Il voto unanime di 208-0 all’Assemblea nazionale non è soltanto un passo giuridico, ma viene considerato dagli osservatori come “una rivoluzione culturale”. Un cambiamento che si svilupperà durante un periodo di transizione di tre anni, in cui la società coreana sarà chiamata a riconsiderare e riformare le sue abitudini alimentari. Il divieto dell’allevamento, della macellazione e della vendita di cani sarà supportato da sanzioni severe, indicando l’importanza che la Corea del Sud attribuisce a questo cambiamento. Chiunque violi questa nuova normativa potrà affrontare fino a tre anni di reclusione o una multa di 30 milioni di won (circa 21.000 euro), sottolineando la ferma volontà di porre fine a questa pratica controversa.

L’approvazione della legge non è solo un atto giuridico, ma rappresenta anche una risposta alle crescenti preoccupazioni sul benessere degli animali e all’opposizione sempre più diffusa nei confronti della macellazione di cani per la loro carne. In Corea del Sud, questa pratica ha rappresentato per lungo tempo una sfida per gli attivisti per i diritti degli animali e ha attirato l’attenzione internazionale, spesso definendo il Paese come motivo di imbarazzo. Questo passo audace riflette un cambiamento significativo nelle prospettive della società coreana nei confronti degli animali e delle loro condizioni. Mentre la carne di cane era storicamente consumata da alcune comunità come parte della loro cultura culinaria, la crescente opposizione ha portato a una revisione radicale di queste pratiche. Il periodo di transizione di tre anni è progettato per facilitare un adattamento graduale a questa nuova realtà culturale. Offrirà anche l’opportunità di trovare soluzioni per coloro che potrebbero essere coinvolti nell’industria della carne di cane, garantendo un cambiamento responsabile e sostenibile.

Questa mossa non è soltanto un’azione legale, ma sottolinea anche la crescente consapevolezza della necessità di rispettare e proteggere il benessere degli animali. Mentre la Corea del Sud abbraccia questa rivoluzione culturale, il resto del mondo osserva con interesse, riconoscendo l’importanza di un cambiamento così significativo nella percezione e nelle pratiche alimentari di una nazione.

Cosa succede nel resto del mondo

La pratica crudele del consumo di questa carne coinvolge trenta milioni di cani ma anche dieci milioni di gatti ogni anno, con Cina, Vietnam, Indonesia e Corea del Sud tra i principali Paesi coinvolti.

cane in asia
Immagine | unsplash @jesseschoff – vcode.it

 

In Cina, nonostante la carne di cane venga consumata solo raramente dal 20% della popolazione, si stima che almeno dieci milioni di cani e quattro milioni di gatti siano uccisi e consumati annualmente. Il commercio è alimentato da attività criminali, coinvolgendo principalmente animali domestici rubati e randagi catturati per il consumo umano. Anche se vi sono divieti in alcune città e una crescente opposizione pubblica, la pratica persiste, mettendo a rischio la sicurezza pubblica a causa della rabbia associata al commercio di carne di cane.

In Indonesia, più di un milione di cani e numerosi gatti vengono uccisi ogni anno per soddisfare la domanda di carne. La maggior parte di questi animali sono randagi o rubati come animali domestici. Oltre alla crudeltà, il consumo di carne di cane è legato alla diffusione della rabbia, minacciando la sicurezza pubblica. Nonostante il sostegno pubblico a un divieto di consumo, la mancanza di leggi esplicite contribuisce alla persistenza di questa pratica.

In Vietnam, si stima che ogni anno vengano trafficati e macellati circa cinque milioni di cani e un milione di gatti. Il commercio è caratterizzato dalla crudeltà verso gli animali e coinvolge attività criminali. Mentre alcune città vietano il consumo di carne di cane, la legge viene raramente applicata, e il consumo è ancora diffuso, specialmente durante occasioni speciali.

Humane Society International ha avviato il programma “Models for Change” per chiudere allevamenti in Corea del Sud, salvando oltre 2.700 cani. Il programma si è esteso anche in Vietnam, portando alla chiusura del primo macello di cani e gatti nel novembre 2022. L’organizzazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e ottenere il sostegno politico per introdurre divieti in Paesi che ancora non li hanno, cercando di porre fine a questa pratica crudele.

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