Le donne più potenti del mondo secondo Forbes, anche Giorgia Meloni in classifica

Nella classifica di Forbes la presidente del Consiglio italiana è fuori dal podio

La rivista americana Forbes ha stilato la classifica delle donne più potenti al mondo. Al primo posto si trova la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni, la presidente del consiglio italiana, è quarta. L’articolo che include la classifica sottolinea alcuni dei profili più interessanti che sono entrati nella graduatoria di quest’anno. Sullo sfondo anche il fenomeno dei ritiri dalla politica di alcune influenti donne.

La classifica delle donne più potenti di Forbes

Come ogni anno, la rivista americana Forbes ha stilato la classifica delle donne più potenti al mondo. Si tratta di una graduatoria che ha come scopo quello di riconoscere i risultati delle donne in ambito politico, finanziario e culturale. Ad aggiudicarsi il primo posto è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. La politica tedesca, arrivata allo scadere del suo mandato che terminerà nel 2024, ha guidato l’Unione in un periodo complesso. Sotto la sua Commissione, che è l’organo esecutivo dell’UE, sono state prese decisioni senza precedenti, tra cui quella di fare debito per finanziare la ripresa dopo la pandemia.

Al secondo posto un’altra donna delle istituzioni europee, la presidente della Banca Centrale Christine Lagarde. L’economista francese si è trovata a dover gestire la prima crisi inflazionistica da almeno 20 anni, alzando di molto il prezzo del denaro in un netto cambio di politica monetaria per la BCE. La scelta ha riportato il quasi tutta l’Unione l’inflazione sotto il livello di guardia, con l’aumento dei prezzi che nel 2024 si appresta a raggiungere la soglia ideale del 2%.

Un cartello con BIden e Harrys
Unsplash @Gayatri Malhotra | vicode.it

Terzo posto occupato invece da Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti. Arrivata anche lei alla fine del suo primo mandato, con l’invecchiare del presidente Joe Biden il suo ruolo potrebbe diventare ancora più importante in caso di rielezione a novembre 2024. I suoi primi 4 anni alla Casa Bianca sono però stati difficili, tra gaffe, poteri limitati e staff litigiosi.

Appena fuori dal podio l’ultima europea, seguita da una lunga lista di statunitensi, è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prima donna a guidare il Governo italiano, è ad oggi l’unica ad essere a capo di uno dei grandi Paesi dell’Unione Europea, dopo che negli ultimi anni sia Germania che Inghilterra hanno visto un uomo salire al potere. Il riconoscimento alla politica italiana è anche quello di aver dimostrato la possibilità di un partito di estrema destra di guidare uno dei Paesi fondatori dell’UE senza grossi strappi con Bruxelles.

Le donne in fuga dalla politica

Da questa classifica sono uscite tre donne che solo un anno fa erano considerate molto importanti. La prima ministra progressista della Nuova Zelanda Jacinda Arden, la sua omologa Finlandese Senna Marin e la leader indipendentista scozzese Nicola Sturgeon. Fino a 12 mesi fa tutte e tre erano tra i personaggi politici più in vista, oggi non sono più nemmeno nella graduatoria delle prime 100.

Non ci sono però soltanto ragioni elettorali dietro, ma una tendenza che ha visto tute e tre ritirarsi dal proprio ruolo o dalla politica in generale, citando tra le ragioni l’eccesso di stress. Alcuni analisti hanno visto questa mossa come una maggiore sensibilità delle donne al potere di capire le proprie necessità e lasciare posizioni anche di potere molto importanti in favore della propria salute fisica e mentale. Altri lo hanno ricondotto all’ondata di dimissioni seguite alla pandemia specialmente tra i lavoratori più giovani, in cerca di un migliore bilanciamento tra vita privata e lavorativa.

La rivista Forbes
Unsplash @david suarez | vicode.it

In tutti e tre i casi, le leader sono state seguite da uomini nella loro posizione di potere. Una tendenza simile è accaduta, come fa notare anche l’articolo di Forbes che accompagna la classifica, è accaduta anche nel settore privato, con alcune CEO dimessesi e sostituite da un uomo.

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