Le chips vegetali hanno conquistato spazio sugli scaffali dei supermercati come opzione più salutare rispetto alle patatine fritte tradizionali. Realizzate con verdure, legumi o cereali, vengono pubblicizzate come snack leggeri e adatti a chi vuole ridurre grassi e calorie. Ma un test della rivista francese 60 Millions de Consommateurs, che ha analizzato 12 prodotti diversi, mette in luce un quadro più complesso: riduzione dei grassi in alcuni casi, ma anche additivi, calorie comunque elevate e prezzi nettamente superiori.
Meno grassi, ma non sempre
Il principale punto di forza delle chips vegetali è il minor contenuto di grassi rispetto alle patatine classiche. In media, gli snack alternativi contengono 17 g di grassi per 100 g, contro i 33 g delle versioni tradizionali. Anche i grassi saturi sono inferiori: 1,77 g contro 2,75 g. Ma non mancano le eccezioni: le patatine di grano saraceno Bretz e Carrefour e le vegetali Tyrrells superano addirittura le classiche con valori tra 36 e 38 g per 100 g. In questi casi l’olio risulta il primo ingrediente in etichetta.

Nonostante la riduzione dei grassi, le chips vegetali restano caloriche: una confezione può coprire tra il 19 e il 37% del fabbisogno giornaliero di una donna e tra il 7 e il 30% di quello di un uomo. C’è poi il problema della cosiddetta iperpalatabilità: prodotti molto gustosi che stimolano il consumo e non saziano a lungo. Anche la versione “proteica” delle patatine, recentemente comparsa sul mercato, non rappresenta una vera fonte di proteine. Come spiega Benjamin Allès, ricercatore del Nutritional Epidemiology Research Team (EREN), un pacchetto di chips non può sostituire alimenti proteici di qualità.
Additivi e prezzi elevati
Altro aspetto emerso dal test riguarda la lista ingredienti. Alcuni prodotti come le patatine di barbabietola e carota Alnatura o quelle di alghe Nüri contengono pochi ingredienti e nessun additivo. Altri, invece, presentano liste lunghe e complesse, come le chips di lenticchie Vico (22 ingredienti) o i piselli soffiati Nature Addicts (6 ingredienti con additivi). Acidificanti, emulsionanti e antiossidanti sono tra le sostanze più frequenti, rendendo questi snack ancora ultraprocessati.
Il prezzo è un ulteriore fattore critico. In media, le chips vegetali costano 35,30 euro al chilo, circa quattro volte di più delle patatine classiche che si fermano a 9,80 euro. Un divario che difficilmente trova giustificazione sul piano nutrizionale, dato che i benefici reali rispetto alle patatine tradizionali sono limitati.
Alla luce di questi dati, le chips vegetali si confermano snack da consumare con moderazione, esattamente come le patatine classiche. Leggere attentamente le etichette resta fondamentale per orientarsi e capire quali prodotti contengano davvero meno grassi e meno additivi. Se l’obiettivo è scegliere spuntini più sani, la vera alternativa rimane la frutta fresca o secca, naturale e senza processi industriali complessi.